Sono arrivati.
Che quasi non ci credo, eppure sono lì: Codamozza ed il professore, visti da Leo Ortolani.
15.06.2015 – i racconti e le illustrazioni di Codamozza e il professore saranno
offline per qualche tempo. Ma si preparano grosse novità per l’autunno!
Che mi fa
arrivare un regalo così, ritagliando il tempo in mezzo a tutto il suo
lavoro per Rat-man, uno dei più brillanti fumetti in circolazione, che
Leo da solo scrive, disegna, inchiostra, per regalarci ogni due mesi
storie straordinarie, capaci di far ridere, capaci di fare pensare.
(Non
l'avete ancora letto? Proprio in questi giorni è uscito il primo numero
di Rat-Man Gigante, che ristampa delle prime storie in grande formato.
Vedi
qui sul suo blog).
Grazie Leo!
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Su Rat-Man avevo scritto un articolo qualche anno fa; era stato pubblicato sul numero 83 (marzo 2011), all'interno di quella
Quadrilogia dei sacrificabili che poi vinse il premio
Fede a strisce (vedi
qui le motivazioni e
qui un'intervista sull'argomento).
L'articolo, oltre che sul giornalino, si trova online sul sito della Panini Comics
qui.
Per chi vuol fare prima, lo riporto di seguito, con l'introduzione di Leo.
“PADRE ANGELINI! PADRE ANGELINI!”
Ovvero, quando la fede non basta
di Leo Ortolani
È cronaca di questi anni. Tutti vorrebbero toglierlo dalle aule.
Rat-Man. Invece lui rimane a mostrare i suoi lati più nascosti, più
intimi, come quello. No, non quello, vi prego! Quello! Quello religioso!
Eggià, perché da un po’ di tempo a questa parte, complice un autore
sempre sul filo della scomunica, o perlomeno diffidato dall'affermare
che è la Terra a girare intorno al Sole, Rat-Man si è scoperto anche una
vena religiosa che già fa discutere due o tre persone sui forum online.
Ma discussioni accesissime, eh? Tipo: “Ortolani è rimasto quel semplice
ragazzo di Betlemme?”. E anche: “Se moltiplichi i pani e i pesci, devo
portare un bianco fermo?”
E allora cosa c'è di meglio che interpellare un vero Padre Angelini
sull'argomento? Abbiamo così rintracciato don Tommaso Danovaro, un
giovane sacerdote che era destinato a grandi cose, che già aveva
comprato la tonaca cardinalizia, ma che un giorno è stato sorpreso a
leggere RAT-MAN. La curia lo ha subito allontanato in un paesino
nascosto, in provincia di Alessandria, in modo che, come don Camillo, si
facesse un po’ di esame di coscienza, lui e il suo crocifisso, e
ammettesse finalmente che è Rat-Man a girare intorno al Sole e non
viceversa.
Tutto sarebbe andato bene e don Tommaso se la sarebbe anche cavata con
l'articolo che leggerete di seguito, ma poi è saltata fuori una sua foto
di carnevale dove è vestito da Darth Vader e da indiscrezioni del
Vaticano sembra che ci sia una parrocchia ancora più piccola che lo sta
aspettando. Su Tatooine.
FLETTO I MUSCOLI E… “MIO DIO!”
di Tommaso Danovaro
Il credo di Rat-Man
“Ho sempre creduto ai supereroi. A Dio e ai supereroi” (Rat-Man, RM, 78).
Ogni volta Rat-Man ci sorprende. Come quando apre la storia
Gli eroi più potenti del mondo
con il suo credo: in Dio e nei supereroi. E non sceglie un Dio
qualunque ma proprio quello del Vangelo, perché se “Dio è amore”, come
lettura pare un po’ da femmine, è anche – pari pari – una citazione
dalla Prima lettera di San Giovanni (1 Gv 4, 8). Che ci racconta di
questo amore forte, pronto a dare la vita, capace, per salvare un amico,
di scendere nell’abisso. E insieme ci mette i supereroi che, in un
piano diverso ma simile, insegnano a vivere così: “Ci indicano la via”
(Brakko, RM 54).
Sincero o blasfemo?
Ma è sincero Rat-Man quando dice così? Lui, che dopo i primi successi ci
diceva: “Rimango sempre quel semplice ragazzo di Betlemme…” (RM 5),
campione di humour nero che non risparmia niente e nessuno con le sue
battute “politically scorrect” che gli sono costate una condanna ad
Alfatraz (RM 14; dove ci racconta anche perché decide di esprimersi
così).
Eppure, a rileggere con attenzione, tra le gag che divertono e la trama
che si dispiega, troviamo alcune parole dense, importanti. Magari sono
condensate in una sola vignetta, però – ce ne accorgiamo dal cambiamento
di ritmo e di tono – riguardano qualcosa di vero e di profondo.
Prendiamo per esempio il Gesù di
Ratto (RM 70), la parodia che Leo fa di
Rambo, nella quale, insieme ad altri temi, ha un posto importante il suo dialogo col crocifisso.
Ratto e Gesù
“È Gesù! Guarda! Mio Dio… cosa gli hanno fatto?!” (RM 70).
Già qui al lettore viene un colpo, con quel “mio Dio” in bilico tra
esclamazione e professione di fede. E ci vuole uno semplice come Ratto
per stupirsi del crocifisso, per riuscire a coglierne la novità: “Era
sempre entusiasta di ogni cosa, come se la vedesse per la prima volta”
(RM 56). Allora possiamo, attraverso i suoi occhi, riscoprire lo
scandalo e la meraviglia di un Dio – “Mio Dio…” – così.
“Oh, mi scusi… Mi era parso di vedere Gesù nel volto di chi soffre, ma mi ero sbagliato!” (RM 71).
Nella gag, una verità grande: Gesù si identifica con i sofferenti, ma
non è facile riconoscerlo in loro. Il Vangelo di Matteo ci racconta lo
stupore di tanti nell’incontro finale con Gesù: “Signore, quando mai ti
abbiamo veduto…” (Mt 25). Per questo Madre Teresa chiedeva alle sue
suore di iniziare la giornata in preghiera davanti al crocifisso, per
diventare capaci di riconoscerlo nei sofferenti.
“Sto cercando Gesù.” “Un grande cammino interiore.” “No. Era qui un attimo fa!” (RM 71).
Questo è bello, perché oggi tanti riducono il rapporto con Dio a
qualcosa di solo interiore, mentre ha da diventare un’esperienza che
tocca la vita, il concreto di ogni giorno. Ed è così, in qualche modo,
anche per Rat-Man, che conclude la sua storia con Ratto donandoci ancora
qualcosa della sua relazione con Gesù: “Ho sempre un crocifisso con me.
Glielo regalo” (RM 71).
È piccolo il suo Gesù, però lo ha sempre con sé.
Verità come luce
Nel suo viaggio a New York, Rat-Man ricorda un episodio della sua infanzia: l’incontro con Capitan Battaglia, con la
luce della verità.
Una luce-vera che scava in lui e gli mostra le sue meschinità, ma anche
il male che c’è attorno a lui. Contemporaneamente fa di quel piccolo un
supereroe (RM 78).
Ora, proviamo a cercare sul Vangelo; sì, quello che ci hanno dato a
catechismo a che oggi abbiamo nascosto dietro due file di fumetti.
Prendiamo il primo capitolo di Giovanni: “Veniva nel mondo la luce
vera…” (Gv 1, 9). Per l’evangelista è Gesù che porta questa luce nel
mondo, luce che è verità: sul mondo, sull’uomo, su Dio.
Sta a noi riconoscerla, là dove si presenta. Anche tra le pagine di un fumetto, dove eroi di carta
ci indicano la via.