domenica 12 aprile 2020

I morti non mordono

Prof.tentazioni@

Codamozza,

eccoti un lavoro semplice semplice.

Il vecchio è morto, ormai l’abbiamo perduto per sempre. Ma sulla nipote possiamo lavorare.

Te la affido: parti dal suo dolore, allontanala dal Nemico


Codamozza@ 

Prof., 

mi sono messo subito al lavoro: è la prima volta che incontra la morte di qualcuno vicino a lei, il dolore è grande, non sa cosa pensare. Ho incominciato a mettere in dubbio il D10 buono che le hanno insegnato da piccola: «Vedi che non ti ha ascoltato, quando chiedevi la salute per il nonno? Non è così onnipotente come dicono». 

Ora le sto suggerendo di non andare al funerale: «Non serve a niente, poi ti impressioni». 


Luca@

Prof.,

Anna era quasi decisa a non andare, si chiedeva solo come riuscire a dirlo, ma quando la nonna le ha chiesto: «Verresti anche tu in chiesa a salutare il nonno?» non se l’è sentita di dire no, solo ha messo una condizione: «al cimitero non ci vengo, mi fa troppa impressione se li vedo quando lo mettono sotto terra».

Ne è uscita stanca, stordita dai tanti abbracci e condoglianze -alla fine non le ascoltava più- però sentiva che quel calore le faceva bene. 


Prof.beatitudini@

Grazie Luca!

C’era un rapporto speciale fra Anna e il nonno, me ne ha parlato tanto in questi giorni: quanti pomeriggi con lei, da quando era bambina, a prenderla all’uscita di scuola, accompagnarla a fare sport, tenerla con sé al circolo dei pescatori, mentre lavorava a sistemare la barca, sino a quando sua moglie li richiamava: «C’è aria, portala a casa, che deve anche ripetere la lezione!» 


Luca@

Anna a volte pensa: “È in Cielo, e mi guarda”, altre volte: “Non c’è più. Non c’è niente” Soprattutto le manca potergli parlare: quante volte aveva ascoltato i suoi discorsi, soprattutto, negli ultimi tempi, il racconto delle discussioni con mamma. Ascoltava, ascoltava, e poi concludeva con poche parole: «Come vi assomigliate tu e la mamma! Mi sembri lei alla tua età».

«Non è vero, nonno!» Ribatteva, pensando – senza ammetterlo – che forse aveva ragione. 



Prof.tentazioni@

Mi scrivi che la vecchia ha lasciato dei ricordi alla nipote: una foto, qualche libro.

Hai mai letto L’isola del tesoro? Mi piace come descrive i pirati: omicidi e sanguinari, come piace a noi. Leggi qui:

- Tagliarli a pezzi come carne di maiale? Flint o Billy Bones avrebbero fatto così 
- Billy era un uomo da comportarsi in tal modo – disse Israel – “I morti non mordono”, diceva sempre

Ecco cosa devi instillarle: “i morti non mordono”, sono finiti, zero, nulla. 


Luca@

Anna ha sistemato nella cameretta la foto di lei piccolina col nonno ed i due libri che erano suoi: l’Isola del tesoro non è proprio il suo genere, ma ha incominciato a leggerlo, ripensando a quando il nonno glielo raccontava da piccola.

E poi il manuale de “I nodi che servono”: guarda il braccialetto intrecciato che le aveva fatto, e le sembra di sentirlo ancora quando iniziava a spiegare:

«Un nodo ben fatto è semplice, e forte assieme. Deve poter reggere a grandi sforzi, e poi sciogliersi facilmente. Un marinaio sa annodare una cima anche ad occhi chiusi, anche con le mani dietro la schiena».

«Una volta nonno! Ora non servono più: lo so da quando faccio windsurf: guarda la vela, nemmeno un nodo, solo strozzascotte».

E nascevano discussioni interminabili, tra il nonno che difendeva la vela e le imbarcazioni, ed Anna che raccontava la gioia di cavalcare il vento scivolando a pochi centimetri sul pelo dell’acqua.

«Assi da stiro con un lenzuolo attaccato!» Concludeva. Ma poi la accompagnava al circolo per la lezione, fiero di vederla migliorare.

Anna sorride pensando a quei momenti, lì, nel ricordo, il nonno è vivissimo. Ha cercato un pezzo di corda («non si imparano i nodi con uno spago! Prendi una cima consistente, devi vedere bene come dargli forma») ed ha cominciato a guardare il manuale. 


Codamozza@

Prof., i ricordi la consolano, ma io le suggerisco che è solo memoria, la realtà di oggi è che è sola, e basta.

Quando litiga con sua madre, mi è facile esasperarle, sino a quando non sbatte la porta e si chiude nella sua camera. A volte, la sera si chiede: “Come faccio a riannodare il rapporto con mamma?” E io le suggerisco: “impossibile!”

Ieri, tornata da scuola, ha discusso a lungo con sua madre per telefono: la cosa in sé era banale, una festicciola del venerdì sera, ma i toni si sono subito accesi: «Tu non mi capisci! Nessuno mi capisce!» Ha troncato la telefonata e spento il cellulare, poi è uscita, senza chiavi né telefono, tra le lacrime.

Che spettacolo quando la madre ha telefonato a tutti i parenti e non l’ha trovata, quando nessuno sapeva dov’era. L’allarme fra i genitori della classe, il correre a cercarla da una parte all’altra, un vero divertimento! 


Prof.tentazioni@

Codamozza, ti sei divertito?

Ma l’hai seguita quando è scappata di casa? Ti sei accorto di cosa succedeva in lei?

Ma tu non sai mai niente, hai da divertirti!

Vorrà dire che anch’io mi divertirò con te: conosci il “Cappio o nodo scorsoio”? Quando torni, ci giocheremo assieme. 


Luca@

Così Anna è scappata di casa. E nessuno la trovava, perché lì da sola non era mai andata.

Quando ha varcato il cancello del piccolo cimitero, il cuore le batteva forte. Ha chiesto indicazioni, e trovato, fra le sepolture nuove, la tomba del nonno. Guardando la sua foto, ha cominciato, un pensiero dopo l’altro, a sfogare la piena del cuore. Infilando le mani in tasca, ha trovato il pezzo di cordino ed ha cominciato a giocherellarci, mentre un po’ alla volta una pace nuova le scendeva nel cuore.

Poi, dopo aver fatto quello che sentiva importante, è rientrata.

Ma a casa non c’era nessuno: erano tutti a cercarla. Così è rimasta sul pianerottolo ad aspettare.

Lì l’ha ritrovata sua madre. E le lacrime, l’abbraccio erano più forti dei rimproveri, del chiedersi scusa. 


Prof.beatitudini@

Grazie Luca!

L’ho vista, la sera, quando ha ripreso in mano il libro del nonno. La colpivano le parole tra il feroce Hands e il giovane Jim:

- Tu credi che un morto sia morto sul serio o che possa tornare in vita? 
- Voi potete uccidere il corpo, signor Hands, ma non l’anima; questo dovreste già saperlo. 
E pensava: sì, questo lo so già.

Ci vorrà pazienza in questi giorni: per qualche tempo non sarà libera di andare come prima, si accorge che la accompagnano spesso nei suoi spostamenti, ma capisce che va bene così.

Oggi, sapendo che sua mamma andava al cimitero, le ha detto che voleva anche lei ritornare dal nonno.

Così sono andate insieme.

Sulla tomba, una gassa d’amante, annodata perfettamente.



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I racconti di Codamozza e il professore sono stati pubblicati in due libri da Effatà Editrice, i personaggi sono stati creati graficamente da Leo Ortolani, che ha realizzato anche le copertine.



si possono acquistare presso Effatà Editrice, sulle principali librerie online (ad esempio: AmazonIbsFeltrinelli), richiedere in libreria.

Dall'introduzione al primo volume:

Nel 1942, C.S. Lewis, l’autore delle Cronache di Narnia, pubblica “Le lettere di Berlicche”, immaginaria corrispondenza tra due diavoli: l’esperto Berlicche e suo nipote Malacoda, apprendista tentatore. Pagina dopo pagina, lo zio guida il giovane nella sua missione, e nel farlo Lewis ci racconta l’animo umano, così come la singolare logica del demonio, e quella del suo Nemico.

Anche oggi si potrebbe raccontare una storia così? Ora che anche all’inferno usa la messaggistica online, qualche messaggio potrebbe arrivare sino a noi. Come quelli tra Codamozza, alunno del Liceo Minosse, ed il suo professore di tentazioni del biennio, o come quelli tra l’angelo Luca ed il suo insegnante di Beatitudini al Liceo Maddalena, scuola superiore per angeli custodi.